Gulu, Uganda: viaggio fotografico nei luoghi dove si incontrano più bambini che adulti
Con una nota introduttiva di Antonella Barina
Un’infinità di bambini. Perché l’Uganda è un paese giovanissimo: quasi il cinquanta per cento della popolazione ha meno di quindici anni. Ed è un paese fertile non solo grazie alle grandi piogge, al lago Vittoria, al Nilo Bianco: anche il suo tasso di natalità è tra i più elevati al mondo, 47,8 bambini ogni mille abitanti. Una percentuale che svetta a livelli da record mondiale nel nord, a Gulu e dintorni: quassù la media è di quasi sette figli per donna. Da quando la medicina ha ridotto l’indice di mortalità, la popolazione cresce al ritmo del 3,3 per cento l’anno. Alcuni giovani espatriano, naturalmente, in cerca di migliori chance di lavoro e di studio, ma qui il flusso rimane limitato, diretto soprattutto verso l’America, il Canada, l’Inghilterra. Ed è un fattore d’equilibrio economico: le rimesse degli emigrati sono una fonte di reddito importante per l’Uganda. Non solo: questo paese grande come l’Italia (isole escluse), di fatto accoglie molti più profughi di quanti non ne sbarchino sulle coste europee dall’intera Africa. Nel 2016 si sono rifugiate qui 490 mila persone in fuga dai violenti scontri in Sud Sudan e il campo profughi di Bidibidi, vicino al confine, è con le sue 270 mila anime il più vasto al mondo.
(dalla nota introduttiva di Antonella Barina)
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