La letteratura come luogo dell’azione “pratica” nella filosofia politica e giuridica
La tragedia e la letteratura, attraverso la narrazione di fatti verosimili, svelano situazioni ideal-tipiche che anelano all’universalità. L’ars poetica contiene ed esprime infatti un mito archetipico, le idee in esso contenute e una morale (ossia un insegnamento “pratico”) che aspirano a essere validi per tutti. Sotto questo profilo la grandezza della poesia e, in via più generale, della letteratura sarebbe quella di arricchire e approfondire anche i pensieri “filosofico-pratici” umani (giuridici, politici ed etici) nonché di riconciliare l’antica relazione tra il poeta e il filosofo. Il punto di rappacificazione e di sintesi delle due differenti “visioni del mondo” sarebbe quella condizione mentale della “coscienza liminare” dell’“immaginale” umano, intesa quale soglia di mediazione tra il sentire intellettuale e il sentire emotivo, il conscio e l’inconscio, il razionale e l’irrazionale, all’interno del cosiddetto “sapere dell’anima”. Da queste premesse, il presente lavoro si propone di individuare gli aspetti filosofico-giuridici e filosofico-politici della relazione tra il “potere” e la “coscienza” e i nessi del conflitto tragico che si innesca sia tra i soggetti della relazione comunicativa sia nel foro interiore di ciascun soggetto comunicante. Un’indagine condotta attraverso lo studio e la discussione di cinque famosi esempi della letteratura antica, moderna e contemporanea (l’Antigone di Sofocle, l’Orestea di Eschilo, il Mercante di Venezia di Shakespeare, La leggenda del Grande Inquisitore di Dostoevskij e l’Avventura d’un povero cristiano di Silone), analizzati in relazione al problema “pratico” della giustizia, dell’identità, del male e della libertà mediante il concetto aristotelico di phrónesis che, a giudizio dell’autrice neoaristotelica, per le sue caratteristiche costitutive, dovrebbe essere “riabilitato” quale possibilità risolutiva della conflittualità e quale “pensabilità mentale” atta a risolvere l’innegoziabilità delle posizioni e il consequenziale connubio tragico.