Anche questo volume della collana Matemi è frutto di un lavoro seminariale che ha impegnato una manciata di giovani studiosi intorno alla problematica del vuoto e alla sua dialettica col “pieno”, attraverso la quale si è anche giocata l’incerta partita tra libertà e senso. Da subito infatti la questione ha esondato dall’alveo filosofico, interessando la psicoanalisi, la fisica contemporanea, le arti e l’estetica. Ne è risultata una ricognizione diacronica sul vuoto, dalla diatriba sulla sua esistenza tra aristotelici e atomisti, fino al suo statuto secondo le teorie quantistiche. Nel corso della storia culturale che così si lascia intravedere, il volume dà anche conto sinteticamente della considerazione della kenosis nella tradizione cristiana, di alcune riflessioni sul vuoto dell’antropologia filosofica attuale e dell’architettura, oltre che della sua rilevanza per la dimensione intrapsichica, sia nelle tradizioni della meditazione taoista e zen, sia nella psicologia del profondo.