Quattro brevi racconti e una tensione crescente nel succedersi delle voci narranti. Punto d’inizio, il chess-bo-xing (scacchi e pugilato fusi in un’unica disciplina, sport realmente praticato, anche in Italia, per quanto sconosciuto ai più) e un giovane adepto che si misura con un avversario difficile quasi come i propri fantasmi familiari e identitari. Il seguito è nei lavori, al limite del sorprendente, di un ex operaio le cui vicende dicono sia del tenere a cuore ciò che va fatto che della costrizione. Il terzo racconto è dominato da un animale-totem, il maiale, che pare sia l’essere con più eco nell’inconscio umano. Chiu-de il libro una lettera di Lucia Joyce a Sabina Spielrein. Lettera immaginaria, ché la ragazza Joyce e la paziente e amante di Carl Gustav Jung, poi psicanalista essa stessa, non si sono mai conosciute. Ma hanno avuto co-mune destino di sacrificio della propria personalità a figure maschili. Nel linguaggio di Lucia espressioni che sono o somigliano a quelle del Finnegans Wake, presenza nella sua psiche del demone paterno e della sua scrittura. Pietra d’inciampo non solo per lei.
Con una postfazione di Chiara Portesine
Lilliput n.26
Rassegna stampa