Lucca, estate del 1974. Lia ha dieci anni ed è in vacanza al mare con la mamma e le sorelline. Sensibile e irrequieta, dotata di un’intelligenza viva e precoce, Lia ama leggere, scrivere e recitare, le piacciono la musica e gli sceneggiati televisivi. Ma c’è un segreto che non può rivelare a nessuno: da qualche tempo nella sua vita è entrato in scena un uomo che, con le sue attenzioni da adulto, l’ha strappata per sempre al mondo dell’infanzia. Lo sguardo di Lia non rinuncia a misurarsi con la realtà intessuta di segreti e bugie che la circonda, mentre la sua voce si innalza, pagina dopo pagina, al di sopra di ogni paura e sofferenza, entrando nell’anima del lettore per non uscirne più. Come Mila di Codra nella Figlia di Iorio, la tragedia dannunziana che segna per la piccola protagonista una sorta di iniziazione letteraria, Lia paga il fio di colpe non sue; ma il racconto dell’orrore subito lascia intravedere la possibilità di una rinascita.
“Ho sognato che facevo il bagno nel mare. L’acqua era coperta da una pellicola trasparente, come la plastica che si usa in cucina. Cercavo di mettere la testa sotto, ma quella pellicola mi restava incollata come una maschera.
Non riuscivo a respirare. Allora facevo un taglio con le unghie e con i denti e sulla superficie si apriva una fessura. Tentavo di infilare il naso e la bocca in quella ferita, per sentire l’acqua sul viso, per trovare qualcosa che si muovesse. Ero ferma, intrappolata in un mare immobile.“
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Golden lights n.6