Durante l’assedio di Khartoum una ferita alla testa costringe il pittore inglese Dick Heldar a tornare in patria. Le sue illustrazioni per i giornali, che raffigurano scene di guerra, conquistano una certa popolarità, permettendogli di vivere nell’agiatezza. Un giorno, dopo un malore, il giovane si accorge di avere la vista annebbiata. La diagnosi dell’oculista è senza appello: la lesione al capo ha provocato un danno irreversibile al nervo ottico. Prima di diventare cieco, Dick si butta a capofitto nella realizzazione della sua ultima opera, riversando sulla tela la delusione per un amore non corrisposto e il dolore di non poter più dipingere. Romanzo d’esordio di Rudyard Kipling, pubblicato nel 1891, La luce che si spense descrive la parabola esistenziale di un artista di successo combattuto tra l’esigenza di non tradire il proprio talento e la necessità di piegarsi alle logiche del mercato e ai gusti del pubblico. I tormenti e le angosce di Dick Heldar riflettono quelli dell’autore, ossessionato dalla paura di perdere la vista e innamorato della pittrice Flo Garrard, che non ricambiò mai i suoi sentimenti.
Traduzione di
Franco De Poli
Lumina mundi n.5