Scrittore, poeta, giornalista, viaggiatore, eccovi il genio poliedrico di Julian Hawthorne, figlio del più celebre Nathaniel. In questi racconti, enigmatici fin dal titolo, si respira la conturbante atmosfera del sogno. Niente è come sembra, nessuno è quello che crede di essere. Qui Hawthorne dispiega il ventaglio dei temi a lui più cari: lo scambio d’identità, il mistero del tempo, la seducente figura della donna vampiro che succhia via ogni traccia di raziocinio, il rimpianto per un’occasione persa, la felicità che mai si raggiunge appieno. Chi entra nel cuore delle sue storie, narrate con grande maestria, ha l’impressione di camminare sul filo che divide il mondo delle cose concrete da quello impalpabile, incorporeo che gli respira accanto, popolato di echi e voci senza tempo. Inutile, dunque, affidarsi alla logica comune per godere di queste favole tinte di nero che si rifanno alla grande tradizione celtica. Basterà accomodarsi, ed essere pronti a farsi trascinare da un turbine di vicende suggestive e indimenticabili.
Lumina mundi n.11
Traduzione di
Massimo Bocchiola