Una luce agrodolce illumina questi racconti di Susan Glaspell scoprendo verità che bruciano e purificano lo sguardo. I veli che la scrittrice americana alza sulle anime degli uomini e le maschere che sfila dai loro volti sono le piccole e grandi ipocrisie radicate nel corso di una vita, che la grazia di un’epifania giunge improvvisamente a denudare. Senatori reazionari che indulgono alla compassione, milionari ai quali il denaro non serve più a nulla, donne solitarie consumate dalla nostalgia, vecchi professori disillusi, operai misconosciuti che si trasformano negli eroi di una giornata, onesti padri imbarazzati dallo spregiudicato arrivismo dei propri figli. Sono alcuni dei protagonisti di un’America che per quanto lontana oltre un secolo suona straordinariamente attuale. Un paese alle prese con la dubbia consistenza del suo sogno, per cui il benessere è l’ambizione più alta e insieme la scoperta di un limite. Tutte le vite illustri o marginali raccontate in queste pagine approdano in fondo a una medesima scoperta: quella del disinteresse, del rifiuto del tornaconto personale e della considerazione pubblica come sola opportunità dell’autentico bene. Un traguardo morale che fa di questa autrice una voce antesignana della controcultura, e di una lingua dalla compostezza classica lo strumento di un sovversivo monito alla libertà interiore.
Traduzione di Simonetta Badioli
Prefazione di Alessandra Calanchi
Lumina Mundi n.18
Rassegna stampa