Questo romanzo racconta di un cedro di ventidue secoli che sta per essere tagliato. Siamo a Roma, a Villa Celimontana, e quello «che comincia è l’ultimo giorno di un albero condannato a morte. Dopo averlo molestato per duemila e duecento anni, lo abbatteranno domani, ma non è il caso di farci sopra un romanzo». Con piroette immaginative e parole veloci e sfuggenti, Gian Luigi Piccioli scrive una storia che di storie (ed epoche) ne racchiude diverse. Breve e smisurato, reticente e imprevedibile, il racconto è istituito su un’ipotesi assiale: «recitare con la più grande improntitudine la stessa giornata» è il destino degli esseri umani. In Cuore di legno tutto è sorprendente e misterioso: nella malizia interminata dei giorni si rincorrono seduzioni, inganni, illusioni, attese. Scomparso nel 2013, Piccioli interrogava il suo tempo: se con altri libri ha osservato i media, l’industria e l’Africa, con questo, apparso nel 1990, ha offerto una riflessione sull’ambiente.
a cura di Simone Gambacorta
la Quercia e il Tiglio n.26
Rassegna stampa
Buongiorno Regione – Rubrica “Parole d’Amore” – 19 ottobre 2023